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Chirurgo ortopedico Lugano ginocchio protesi crociato artroscopia sport

Ricostruzione Legamento Crociato Anteriore

Aggiornamento: 27 giu




Tecniche, indicazioni e percorso di recupero

Il legamento crociato anteriore (ACL) è uno dei principali stabilizzatori del ginocchio e svolge un ruolo essenziale nei movimenti che comportano decelerazioni, rotazioni o salti con atterraggio. Le sollecitazioni più intense si registrano durante attività sportive come calcio, sci alpino, pallavolo e basket, in cui l’integrità dell’ACL è determinante per garantire equilibrio e controllo articolare.


Quando e come si verifica la lesione dell’ACL

La rottura del legamento crociato anteriore avviene tipicamente in assenza di contatto diretto, a seguito di torsioni improvvise o atterraggi squilibrati. Il quadro clinico si manifesta spesso con un rumore secco (“crack”), dolore acuto, tumefazione rapida e sensazione di cedimento articolare.


Alcune categorie, come le donne atlete e i giovani in fase di crescita, presentano fattori di rischio anatomici e biomeccanici specifici, documentati in letteratura ortopedica e sportiva.


Cosa fare dopo l’infortunio: diagnosi e primo approccio

La valutazione specialistica si basa su test clinici (Lachman test, pivot shift, ecc.), imaging diagnostico (RMN) e analisi funzionale dell’articolazione. La scelta terapeutica dipende da diversi fattori: tipo e grado della lesione (parziale o completa), età del paziente, livello di attività sportiva, aspettative funzionali, eventuali lesioni associate (altri legamenti, menischi, cartilagine).


In casi selezionati, in cui la stabilità residua consente un'attività quotidiana senza cedimenti, può essere indicato un trattamento conservativo. In soggetti sportivi o in presenza di instabilità persistente, si raccomanda la ricostruzione chirurgica come da letteratura scientifica.


Le tecniche di ricostruzione chirurgica a confronto

L’intervento consiste nella sostituzione del legamento lesionato mediante un innesto tendineo. Le tecniche più utilizzate prevedono l’uso di:


  • tendine rotuleo autologo (BTB): molto stabile, indicato per sport ad alto impatto, ma più invasivo sul piano articolare;

  • tendine quadricipitale (QT): ottima dimensione, meno invasivo del tendine rotuleo;

  • semitendinoso e gracile (STG): meno traumatico sull’apparato estensore, recupero post-operatorio generalmente più tollerabile;

  • allograft (da donatore): opzione per revisioni o pazienti con richiesta funzionale inferiore, ma con tempi di integrazione biologica più lunghi.


Studi multicentrici mostrano che le tecniche attualmente adottate garantiscono tassi di ritorno allo sport variabili fino oltre il 90%, con una bassa incidenza di recidive in pazienti ben selezionati e adeguatamente seguiti nel follow-up.


Riabilitazione: tempi, obiettivi e criteri di ritorno allo sport

La fase riabilitativa è tanto decisiva quanto l’intervento stesso. La durata media del percorso è compresa tra 9 e 12 mesi, con progressioni adattate al quadro clinico. Le tappe principali includono:


  • recupero del range articolare e del tono muscolare nei primi 2 mesi;

  • rieducazione propriocettiva e potenziamento neuromuscolare nei mesi successivi;

  • training sport-specifico e simulazione del gesto atletico nei mesi finali.


Il rientro allo sport non è definito da una soglia temporale, ma da criteri oggettivi: forza simmetrica, assenza di instabilità, test funzionali (hop test, agility test, ecc), valutazione psicologica e controllo motorio.

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Prevenzione: ridurre il rischio attraverso programmi mirati

Negli ultimi anni si sono diffusi protocolli evidence-based di prevenzione secondaria e primaria delle lesioni dell’ACL, come il FIFA 11+ o il PEP Program. Questi includono esercizi di:


  • stabilizzazione del core e del bacino;

  • allenamento neuromuscolare specifico per i movimenti di salto e atterraggio;

  • correzione del valgismo dinamico e dei pattern motori a rischio.


La partecipazione costante a questi programmi riduce il rischio di infortunio fino al 50%, in particolare nei soggetti adolescenti e nelle atlete.


Caso clinico: ritorno in campo dopo ricostruzione

Giocatore dilettante, 28 anni, lesione isolata dell’ACL durante una partita. Dopo valutazione clinica e RMN, è stato sottoposto a ricostruzione con semitendinoso e gracile. Riabilitazione personalizzata presso centro fisioterapico dedicato.


Ritorno graduale all’allenamento dopo 9 mesi previo superamento dei test, con recupero completo della funzione articolare e reintegro in squadra al decimo mese. Nessun episodio di instabilità segnalato a 18 mesi dall’intervento.


Considerazioni finali

La ricostruzione del legamento crociato anteriore è una procedura consolidata che consente di recuperare la funzionalità del ginocchio e, nella maggior parte dei casi, di tornare all’attività sportiva. Una corretta indicazione chirurgica, una scelta tecnica adeguata e una riabilitazione progressiva e monitorata sono i fattori chiave per il successo.


Ogni paziente presenta caratteristiche cliniche e obiettivi diversi: per questo motivo, il percorso decisionale deve essere individualizzato e condiviso.


Per approfondire il tema, confrontare le opzioni terapeutiche o programmare una valutazione specialistica, è possibile consultare le risorse disponibili sul sito o richiedere un colloquio ambulatoriale.



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Dr. med. Dario Giunchi

FMH in Chirurgia Ortopedica e Traumatologia dell'apparato locomotore

Specialista Chirurgia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport

Visite ambulatoriali in Ticino a Manno, Agno, Chiasso e Lugano Centro, Svizzera

 
 
 

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